
Greta Thunberg lascia il comitato direttivo della Flotilla verso Gaza per divergenze e pressioni di sicurezza
La Global Sumud Flotilla, partita con ritardi dai porti tunisini e diretta verso Gaza, ha subito modifiche nell'equipaggio e nel comitato direttivo a causa di attacchi con droni e difficoltà logistiche. L'ecoattivista svedese Greta Thunberg ha rinunciato al suo ruolo nel comitato direttivo, pur rimanendo nel comitato organizzativo e a bordo, per divergenze sulla comunicazione e per le pressioni legate alla sicurezza della missione.
La Flotilla, composta da circa 40 imbarcazioni provenienti da Spagna, Tunisia, Italia e prossimamente Grecia, segue un codice di condotta basato su non violenza e solidarietà verso la popolazione palestinese. Nel frattempo, un dossier degli attivisti denuncia un'intensa attività di aerei militari israeliani in Sicilia orientale, monitorando le imbarcazioni italiane.
La missione ha inoltre dovuto respingere tentativi di infiltrazione da parte di gruppi estranei, come la barca libica Omar al Mukhtar con a bordo Omar Al-Hassi, non riconosciuta ufficialmente dalla Flotilla. L'obiettivo dichiarato è trasformare il Mediterraneo in uno spazio di libertà, diritti e accesso umanitario, opponendosi al ruolo delle milizie nel traffico di esseri umani e alla negazione della libertà di movimento ai palestinesi.

Greta Thunberg lascia il comitato direttivo della Flotilla verso Gaza per divergenze e pressioni di sicurezza
La Global Sumud Flotilla, partita con ritardi dai porti tunisini e diretta verso Gaza, ha subito modifiche nell'equipaggio e nel comitato direttivo a causa di attacchi con droni e difficoltà logistiche. L'ecoattivista svedese Greta Thunberg ha rinunciato al suo ruolo nel comitato direttivo, pur rimanendo nel comitato organizzativo e a bordo, per divergenze sulla comunicazione e per le pressioni legate alla sicurezza della missione.
La Flotilla, composta da circa 40 imbarcazioni provenienti da Spagna, Tunisia, Italia e prossimamente Grecia, segue un codice di condotta basato su non violenza e solidarietà verso la popolazione palestinese. Nel frattempo, un dossier degli attivisti denuncia un'intensa attività di aerei militari israeliani in Sicilia orientale, monitorando le imbarcazioni italiane.
La missione ha inoltre dovuto respingere tentativi di infiltrazione da parte di gruppi estranei, come la barca libica Omar al Mukhtar con a bordo Omar Al-Hassi, non riconosciuta ufficialmente dalla Flotilla. L'obiettivo dichiarato è trasformare il Mediterraneo in uno spazio di libertà, diritti e accesso umanitario, opponendosi al ruolo delle milizie nel traffico di esseri umani e alla negazione della libertà di movimento ai palestinesi.