<div><p>Cristina entra in ospedale la notte del 3 marzo alle 3:05 circa, ma solo dieci ore dopo le viene fatta una <strong>tac addominale completa </strong>che evidenzia un "esteso addensamento del tessuto mesenteriale", come riportato nel referto. Nonostante i risultati della tac, nessuno dei medici, di cui <strong>sette attualmente indagati</strong>, capisce che è in corso un'<strong>ischemia intestinale</strong>. Solo dopo 40 ore di permanenza in pronto soccorso si certifica una necrosi in corso con emorragia massiva.</p><p>"Se la paziente fosse stata operata <strong>entro sei ore dall'insorgenza dei sintomi</strong>, si sarebbe evitata l'ischemia intestinale e di conseguenza la diffusa necrosi". Questo è quanto si legge nel referto dell'autopsia, mostrato in esclusiva a "Fuori dal Coro". E, ancora, "Il ritardo nel trattamento chirurgico è stato tale da superare il <strong>margine di errore accettabile</strong>, configurando una <strong>condanna chiaramente colposa</strong>. Il nesso causale tra il mancato intervento e il decesso è scientificamente fondato" riporta la relazione.</p></div>